Formati MARC 21 concisi: Premessa all'edizione italiana


Premessa all'edizione italiana

Quantunque non figuri tra gli obiettivi di questa premessa alla traduzione italiana del Formato MARC 21 conciso per dati bibliografici (ed. concisa 2006) quello di tracciare una storia della diffusione del formato MARC, non possiamo esimerci dal segnalare brevemente alcuni punti salienti volti essenzialmente a contestualizzare il nostro lavoro e a porlo in una giusta prospettiva critica.

Da alcuni anni, infatti, un formato bibliografico tradizionale come MARC 21 viene considerato dagli addetti ai lavori ormai soltanto come predecessore di altri schemi di metadati finalizzati alla descrizione di oggetti digitali in un contesto di biblioteca virtuale, più che ibrida. Si profila quindi una domanda di fondo: “Ha ancora senso a distanza di tanti anni tradurre il formato?” e, in secondo luogo, “Quanti saranno i potenziali utenti?”. A questi quesiti cercheremo di dare risposta con la concretezza dei fatti.

Com’è noto il formato MARC 21 nasce in seno alla Library of Congress per opera di un gruppo di lavoro coordinato da Henriette Avram alla fine degli anni Sessanta. Il formato sorge con l’obiettivo principale di creare registrazioni bibliografiche leggibili dalla macchina allo scopo di facilitare lo scambio dei dati in un contesto di cooperazione tra biblioteche, anzitutto nordamericane. Nella sua evoluzione il formato assume successivamente i nomi di MARC I, MARC II, USMARC e infine MARC 21 a seguito dell’armonizzazione tra USMARC e CAN/MARC nel 1999. Fin dal suo apparire non mancano in Italia voci, come in particolare quella di Diego Maltese, che colgono l’importanza dell’evento.

Va ricordato inoltre che verso la fine degli anni Sessanta i rapporti di collaborazione tra la Library of Congress e l’Italia sono tali che nel gennaio 1968 viene aperto a Firenze un centro della stessa Library of Congress diretto da Marion Schild, field director del Library of Congress Shared Cataloging Center per l’Italia. In un articolo apparso sul Bollettino AIB, n. 4 (2004), Maltese scrive: “La collaborazione con la Library of Congress apriva insomma nuove prospettive a tutto il sistema delle biblioteche italiane, fra cui non ultima quella di potersi valere un giorno dei vantaggi del progetto MARC, che avrebbe favorito un più moderno inserimento del paese nella circolazione internazionale delle informazioni bibliografiche.”

Anziché tradurre direttamente il formato, un po’ ovunque a livello mondiale esso viene adattato alle proprie realtà nazionali e, nel 1975, anche l’Italia, come molti paesi, può vantare un formato MARC nazionale, l’ANNAMARC, basato su MARC II, adottato dalla Bibliografia nazionale italiana (BNI) per la registrazione dei propri dati. Le registrazioni della BNI costituiscono una fonte per la redazione delle registrazioni bibliografiche delle singole biblioteche, ma da subito manca l’ambizione di instaurare un vero processo di catalogazione derivata, com’era invece successo negli Stati Uniti con OCLC.

Nel 1977, allo scopo di superare la molteplicità dei diversi MARC incompatibili tra loro, l’IFLA pubblica l’UNIMARC, comune denominatore dei formati MARC, a cui seguono varie edizioni e aggiornamenti. Scegliendo UNIMARC come formato da adottare nei progetti di cooperazione, la Comunità Europea diede sicuramente un forte impulso alla sua diffusione in Europa.

Sebbene sorto con il vantaggio di non essere stato strutturato all’origine sulla scheda cartacea, diversamente dal formato USMARC/MARC 21, il formato UNIMARC nonostante un’accresciuta diffusione, non è a tutt’oggi riuscito di fatto a soppiantare il formato MARC 21, che rimane quello più diffuso al mondo. Oltre che negli Stati Uniti, Canada e in America Latina, il formato viene impiegato in Australia, Russia, Sudafrica e anche in Cina per le pubblicazioni straniere. In Europa è usato un po’ ovunque (Spagna, Francia, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Scandinavia, ecc.), anche se non esiste un’agenzia europea per il formato MARC 21.
È del 2004 l’adozione di MARC 21 da parte di Germania, Austria e Svizzera tedesca. Del formato MARC 21 per dati bibliografici esistono traduzioni autorizzate in : arabo, catalano, ceco, coreano, francese, norvegese, persiano, portoghese, russo, spagnolo (edizioni latinoamericane), svedese e tedesco; esistono inoltre alcuni adattamenti in: finlandese, ungherese e spagnolo.

In Italia la diffusione del formato MARC 21 per i dati bibliografici e di autorità di fatto è avvenuta anche attraverso istituzioni non accademiche come, ad esempio, la società Ifnet di Firenze, rappresentante ufficiale di prodotti come OCLC in Italia. Anche la società Biblionova di Roma negli ultimi anni ha organizzato qualche corso sul formato. Tra le istituzioni accademiche che insegnano MARC 21 segnaliamo in particolare la Scuola Vaticana di Biblioteconomia e l'Università di Firenze, nel master biennale di Catalogazione.

Alla diffusione di MARC in Italia un merito va senz’altro attribuito anche alla Casalini Libri, storicamente vicina alla Library of Congress. Dall’ottobre 2005, nell’ambito del Shelf-Ready Project della Library of Congress, che prevede l’outsourcing della catalogazione di parte del materiale acquisito, la Casalini Libri a cui è stato affidato l’incarico, crea le registrazioni bibliografiche dei volumi in lingua italiana nel formato MARC 21 per la Library of Congress, registrazioni poi liberamente disponibili attraverso il protocollo di trasferimento di dati Z39.50.
Da ultimo vanno menzionati i sistemi applicativi distribuiti in Italia costruiti secondo una struttura MARC.

Arriviamo ora più precisamente alla realtà della Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a cui sono legati per motivi diversi i due curatori di questa traduzione. Nel 1996, con l’adozione del sistema applicativo spagnolo SIRTEX, la Biblioteca dell’Università Cattolica adotta il formato USMARC.

In realtà l’automazione della Biblioteca risale alla metà degli anni ’80; in un decennio si susseguono due sistemi applicativi locali, ma senza l’adozione di un formato di catalogazione internazionale. Il passaggio al formato USMARC segna un forte cambiamento nelle procedure catalografiche; l’ingente sforzo iniziale richiesto è tale che viene deciso di usare soltanto un certo numero di campi, mentre codici locali sostituiscono alcuni valori originali nei campi fissi.

Nel 2005 viene adottato il sistema applicativo Millennium della ditta californiana Innovative e nel contempo la Biblioteca adotta in toto il formato MARC 21 per la catalogazione nelle quattro sedi dell’Università (Milano, Brescia, Piacenza-Cremona, Roma-Campobasso). È in questo contesto che nasce la collaborazione tra la Biblioteca dell’Università Cattolica e la Biblioteca dell’Università di València in Spagna, in particolare in occasione di un workshop sulla catalogazione derivata tenuto da A. Gadea presso l’Università Cattolica.

Ben presto, preparando il lavoro, si è giunti a una constatazione: non esistono strumenti di lavoro in Italia che facilitino un impiego ottimale di MARC 21, quantunque tale formato sia stato adottato da tempo da varie realtà bibliotecarie italiane (ad esempio, la Biblioteca dell’Istituto europeo di Fiesole, la Biblioteca Apostolica Vaticana, le Biblioteche della rete URBS, la rete di Biblioteche ecclesiastiche URBE di Roma, la Biblioteca dello Studium generale Marcianum di Venezia, la Biblioteca dell’Università Bocconi di Milano, le Biblioteche delle Università di Lecce e di Catania) e non sembra che la sua diffusione si stia arrestando. Per strumenti di lavoro adeguati si intende, nel caso preciso, una traduzione italiana del formato oppure un sito web italiano a cui fare riferimento.
Da questa constatazione nasce l’idea di questo progetto, fornire alle biblioteche italiane che usano MARC 21 uno strumento che tuttora manca, non quindi di divulgare i formati americani. Se poi questa traduzione italiana potrà essere di riferimento e di confronto anche per le biblioteche che usano un altro formato ne saremo ben lieti. Eccetto mappature parziali o traduzioni limitate alla sua struttura principale e finalizzate per lo più allo svolgimento di corsi sul formato stesso, non esiste di fatto ad oggi una traduzione italiana vera e propria di MARC 21, come del resto non esiste ancora una traduzione italiana di UNIMARC.

Nonostante sia trascorso molto tempo dalla pubblicazione dei formati MARC in lingua inglese, siamo convinti che l’effettivo raggiungimento della normalizzazione dei dati alla base dell’idea dei formati come strumenti per la standardizzazione e lo scambio dei dati non possa essere che favorita dalla disponibilità di una versione in lingua vernacola degli stessi. Ricordiamo d’altro lato che ancora oggi MARC 21, preparato dalla Library of Congress, funge da propulsore per l’aggiornamento di UNIMARC (si veda, ad esempio, il campo 856 dedicato alla versione elettronica di una risorsa).

Chi lavora continuamente con il formato, anche in un contesto di catalogazione derivata molto diffusa, magari fino all’approssimarsi al 100 %, sa che in ogni caso un controllo di qualità dei dati non può essere tale senza la conoscenza dei valori importati nel proprio catalogo.
L’analiticità di MARC 21, che prevede la catalogazione di molte tipologie di risorse, richiede talvolta, specie nella descrizione dei dati procedurali e dei campi a lunghezza fissa, ma anche di quelli a lunghezza variabile, una comprensione non comune della lingua originale.

L’affrontare la traduzione italiana ha significato per i curatori fare continuo riferimento alla traduzione italiana delle Regole di catalogazione angloamericane AACR2 (rev. 1988), uscita nel 1997, a cura di Rossella Dini e di Luigi Crocetti.

Pur essendo uno strumento di confronto irrinunciabile, il mancato aggiornamento delle AACR2 italiane ha creato qualche problema terminologico, a cui si è cercato a mano a mano di porre rimedio con l’adozione di soluzioni pratiche.

Segnaliamo alcune scelte terminologiche tra le più importanti: diversamente dalle AACR2 italiane è stato scelto di tradurre i termini inglesi “main entry” e “added entry” con “accesso principale” e “accesso aggiunto”, tenendo conto dell’evoluzione terminologica generale e delle varianti italiane esistenti per “entry” (registrazione, accesso, scheda, voce, intestazione, segnalazione, notizia). Mentre il termine italiano “registrazione” è stato impiegato soltanto per tradurre l’inglese “record”. I termini inglesi: leader, directory, computer file, item sono rimasti volutamente in inglese. “Document” è stato reso con “documento”; “electronic resource” con “risorsa elettronica” presente nell’originale accanto a “computer file”, a testimonianza di una certa stratificazione e evoluzione terminologica all’interno del formato stesso. “Call number” è stato tradotto con “Numero di chiamata (collocazione)”. Per la traduzione di tutti questi termini, per la revisione terminologica di parte del formato, per i criteri da seguire nella traduzione degli esempi relativi agli accessi soggetto, ci siamo confrontati e avvalsi della competenza di Mauro Guerrini.

Gli esempi illustrativi di tutti i campi sono stati tradotti e adattati secondo le regole di catalogazione AACR2 italiane; per quanto riguarda in particolare i soggetti nomi di persona, di ente, di convegno e i titoli uniformi abbiamo ugualmente seguito le AACR2 italiane, mentre per i descrittori topici, geografici, cronologici e formali, abbiamo semplicemente tradotto i descrittori LCSH.

Per quanto attiene alla descrizione dei campi a lunghezza fissa e variabile riguardanti i materiali non librari, anche con l’aiuto di Mauro Guerrini, ci siamo avvalsi della revisione terminologica di esperti, a cui va la nostra sincera gratitudine: per la musica, Massimo Gentili-Tedeschi, Ufficio Ricerca Fondi Musicali, Biblioteca Nazionale Braidense; per i materiali cartografici, Eleonora Azzini, Centro di Ricerca in Bibliografia, Università degli studi di Bologna; per i materiali visivi, Maria Assunta Pimpinelli, Centro sperimentale di cinematografia, Cineteca Nazionale; per i materiali sonori, Fiorella Pomponi, già responsabile della Sezione musica e della Fonoteca della Biblioteca Comunale di Milano, Palazzo Sormani.

In generale, abbiamo scelto di rimanere il più possibile fedeli al testo originale, scritto in un linguaggio tecnico, concedendo ben poco alla lingua italiana, che in diversi casi potrebbe risultare mortificata. Com’è noto MARC 21 viene aggiornato annualmente come una risorsa integrativa; è pertanto nostra intenzione pubblicare i regolari aggiornamenti e proseguire con la traduzione degli altri formati MARC 21, in primo luogo del formato per dati d’autorità.

Frutto della collaborazione tra le nostre università di appartenenza, questo lavoro non sarebbe stato possibile senza una grande sintonia tra noi. Nella divisione dei compiti di noi curatori, Angela Contessi si è occupata in una fase iniziale di rivedere la traduzione di campi, sottocampi e indicatori, traduzione che è alla base di tutto il lavoro; poi di tradurre la parte descrittiva del formato; Alejandro Gadea ha avuto il gravoso compito di tradurre campi, sottocampi e indicatori nella prima fase di stesura, poi di rivedere tutta la parte descrittiva del formato, infine di allestire il sito web di prossima pubblicazione.

Se ci è concesso esprimere un desiderio, oltre a sperare che la nostra traduzione possa essere di qualche utilità ai colleghi bibliotecari italiani che lavorano ogni giorno con MARC 21, è quello di augurare ancora lunga vita a questo formato. Infatti, siamo convinti che esso continuerà a costituire uno strumento validissimo per chiunque voglia affrontare seriamente la descrizione catalografica delle risorse, librarie e non.

 

ANGELA CONTESSI
ALEJANDRO GADEA RAGA



Gestione dell'edizione italiana

I Formati MARC 21 Concisi in lingua italiana sono preparati dall'Ufficio Catalogo, Biblioteca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano, Italia) in collaborazione con il Servei de Biblioteques i Documentació, Universitat de València (Spagna). Qualsiasi domanda sul contenuto di questa traduzione può essere indirizzata alle seguenti istituzioni:

Biblioteca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
Ufficio Catalogo - Mrs Angela M. Contessi
Largo A. Gemelli, 1
20123 MILANO
ITALIA
FAX - +39-02-72343682
Email: angela.contessi@unicatt.it


Servei de Biblioteques i Documentació
Universitat de València - Mr Alejandro Gadea Raga
Carrer de la Universitat, 2
46003 VALENCIA
ESPAÑA
FAX - +34-38-64833
Email: alejandro.gadea@uv.es

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Ultimo aggiornamento: 16-01-2008


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Questa traduzione italiana dei MARC 21 Concise Formats a cura di Angela Contessi e Alejandro Gadea Raga
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